FONDAZIONE CASA CUSENI, MUSEO E GIARDINO STORICO
LA STORIA – Quando nel 1970 la Rivista Sicilie, con il celebre articolo placet for painter, pose l’attenzione sul passaggio a Taormina di Sir Frank Brangwyn R.A., di Sir Alfred East R.A., di Sir Cecil Hunt R.A., la storia dell’arte inglese trovò qui, di diritto, una nuova dimora: Casa Cuseni. Si parlava di artisti prestigiosi, basta ricordare Sir Frank Brangwyn, celebrato dal The Times di Londra come “l’artista Britannico più noto al mondo” e “l’inventore, assieme a Guadì e Maria Sert, dell’Art Noveau”, Sir Cecil Hunt, vice Presidente della Società Inglese degli acquerellisti, che spese molto tempo in Sicilia, realizzando successivamente importanti mostre in Inghilterra e contribuendo così a rendere la Sicilia famosa nel mondo, Sir Alfred East, Presidente della Reale Società degli Artisti Britannici, grandissimo paesaggista e naturalista, tutti membri eletti della Royal Accademy di Londra, che contribuirono a diffondere la conoscenza del nostro territorio e di tutte le sue bellezze paesaggistiche al mondo intero.
Casa Cuseni è stata progettata a Londra e costruita nella collina di Taormina, dal 1900 al 1905, dal pittore britannico Robert Hawthorn Kitson su disegni preparatori di Sir Frank Brangwyn, oggi custoditi a Londra, alla Royal Accademy of Arts e per molto tempo erroneamente attribuiti alla progettazione di un edificio, mai realizzato, il Kyoraku Art Museum di Tokyo.
Casa Cuseni è stata disegnata come un insieme di cubi e doppi cubi sovrapposti, con un frontale colonnato in stile Palladiano ed è stata realizzata utilizzando materali locali. La pianta dell’edificio è la splendida progettazione di A House by the Sea, del celebre architetto londinese James Arthur Stratton, realizzata nel 1900 per la rivista d’arte The Studio, con colonnato palladiano, loggia ed un garden facing sea, modificata in alcuni dettagli da Robet Kitson e Frank Brangwyn. Casa Cuseni custodisce, oggi in mostra permanente, lavori di Sir Frank Brangwyn R.A., di Sir Alfred East R.A., di Sir Cecil Hunt, di Henry Faulkner, di Pablo Picasso, di Henry Moore, di Charles Baskerville, di Salvator Dalì, di Giorgio De Chirico, di Filippo De Pisis, di Massimo Campigli, di Corrado Cagli, una delle più complete collezioni di dipinti sul Grand Tour inglese in Sicilia ed in Oriente dello stesso Robert H. Kitson e di David Robers R.A. e di molti altri artisti di fine ottocento e del novecento. Nella biblioteca le opere di molti ospiti che qui hanno soggiornato, da Lord Bentrand Russell a Tennessee Williams, da David Herbert Lawrence a Ronald Dahl, a Jocelyn Broke, ma anche di Andrè Gide, Roger Peyrefitte e numerosi altri importanti scrittori, filosofi, storici e matematici. Il salone di Casa Cuseni è uno scrigno di opere d’arte, collezionate da Robert Kitson durante i suoi numerosi viaggi in Europa, in Africa e in India. Nel 1971, Vogue Italia definì Casa Cuseni uno sconosciuto gioiello inglese di inizio novecento, ed è interessante pensare che la Casa, tra il 1900 ed il 1940 è stato uno dei poli culturali più dinamici dell’isola, un’offcina dell’arte, tenuta però molto segreta, per proteggere gli artisti che qui lavoravano. Per capire la ragione di quasta scelta basta ricordare che nel 1905, alla Sesta Biennale d’Arte di Venezia fu presentata, nel padiglione britannico, la camera inglese, un interno dove l’artista disegnava tutti i singoli elementi e l’artigiano li realizzava, un’anticipazione al moderno design; grandissimo il successo riscosso che venne premiato con una medaglia d’oro. Nel 1907, alla Settima Biennale d’Arte, un’altra camera inglese, la seconda, stesso successo, un’altra medaglia d’oro. Tutto il gruppo di artisti impegnati in questo lavoro si spostò in Sicilia, a Taormina, qui a Casa Cuseni, per progettare e realizzare una terza camera inglese, consegnando all’arte un capolavoro ma non dandone alcuna comunicazione alle Società Artistiche dell’epoca poiché hanno qui rappresentato, in un murales, le paure e i desideri del mondo omosessuale al tempo di Oscar Wilde, un murales che raffigura due uomini con un bambino appena nato, la prima unione civile con adozione nella storia dell’arte mondiale. Una rappresentazione straordinaria, che violava qualunque iconografia fino a quel tempo realizzata nelle arti figurative, scioccante per la morale dell’epoca, un tema ancora oggi dibattuto e controverso. Un progetto ambizioso ma vietato, nascosto a Taormina, per affidarne il giudizio critico solo all’arte e al tempo. Questo interior è oggi l’unica testimonianza esistente al mondo di un interno completamente realizzato da Sir Frank Brangwyn, allievo del celebre William Morris, fondatore del British Arts and Crafts Moviment ed è considerato la massima espressione in Europa, al di fuori della Gran Bretagna, di questa cifra stilistica. Un’operazione artistica eccezionale, che vide protagonisti Accademi Reali, Presidenti di Reali Società Artistiche inglesi, ricchi mecenati, geniali fotografi, impegnando ingenti risorse economiche, più di quelle investite alla Sesta e Settima Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia.
Di questa importante operazione artistica, dicevamo, non dettero mai alcuna notizia alla comunità scientifica dell’epoca, nemmeno alla più famosa rivista di design del mondo, The Stvdio, diretta da Charles Holmes, loro amico personale. Siamo nel primo decennio del novecento, quando il futurista Marinetti organizzava lancio di manifestini contro l’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, in piazza San Marco e contro Frank Brangwyn e Alfred East, gli artisti principali di Casa Cuseni. In un clima di censura totale, dove l’Inghilterra processava per omosessualità Oscar Wilde e dove in Italia, a Venezia, il prof. Antonio Fradeletto, Segretario Generale della Biennale del tempo, faceva rimuovere un’opera di Pablo Picasso dal padiglione spagnolo, perché avrebbe potuto scandalizzare il pubblico con il suo linguaggio artistico troppo innovativo, gli artisti di Casa Cuseni rappresentavano, a Taormina, i valori della comunità omosessuale mentre all’estero dipingevano i temi tratti dal repertorio classico, il Battesimo di Cristo per Louis Confort Tiffany, oggi esposti al Baltmora Art Museums, una Madonna, un San Giovanni, un S. Simone Stilita, o un religiosissimo Re Magi per la Biennale d’Arte di Venezia. In un clima di censura totale Casa Cuseni diveniva un luogo libero dove pensare, scrivere e dipingere, fuori da ogni condizionamento etico e morale. Dal 1914 al 1918 però una serie di articoli svelavano la presenza di artisti internazionali in Città. Pablo Picasso ed Ezra Pound furono i primi a vedere il murales ma mantenettero il segreto poiché gli artisti di Casa Cuseni presiedevano in quel momento le massime cariche alle società artistiche dell’epoca. Per capire però come nasce in Sicilia un Centro Artistico Internazionale di questo livello bisogna conoscere la biografia di Robert Hawthorn Kitson, l’inventore di Casa Cuseni.